domenica 28 settembre 2008

Blah Girls. World Wide Gossip - Pettegolezzo Globale, Online.

Sto provando, in questi giorni, tutte le applicazioni che ho visto presentare a TechCrunch 50.
Randomly, le più interessanti:

Devo iniziare da Blah Girls, un sito, più che un'applicazione, lanciato dal trentenne - e avvenente - marito di Demi Moore, Ashton Kutcher.

Che cos'è Blah Girls?
Blahgirls.com è l’ultimo quartier generale della satira Hollywoodiana e marca il primo contatto tra il mondo del cinema e quello di Internet.
  • Geeks, nerds, fissati, occhialuti, scombinati e (in)notoriamente poco cool, gli informatici di San Francisco.
  • Glowing, brillanti, affascinanti, desiderate e popolari, le stelle di Los Angeles.
Buffo a pensarsi: belli e secchioni si incontrano. Chi lo avrebbe detto?
Pettegolezzi da star via Internet broadcasting.

blah girls
Le Blah Girls sono tre simpatiche fanciulle cartone animato, ciniche, pungenti, aggiornatissime su politica, costume, what's hot and what's not e qualsiasi altro argomento monopolizzi il buzz americano, con una predilezione per Hollywood e le sue stelline.

Le Miss Blah, Blah e...Blahg, in brevi video - che ricordano molto South Park, sparano a zero su Obama, Paris Hilton, Britney Spears e compagnia.

Blah Girls è un 'content site'
Godibili, interessanti, puro intrattenimento. Un contenuto editoriale leggero e ben fatto: ottimi testi, montaggi, riferimenti. Una striscia che potrebbe essere trasmessa in TV.

Internet come mezzo
Internet è, in questo caso, stato scelto come mezzo nuovo per ampiezza, freschezza ed economia, nulla di strettamente legato al prodotto (Internet come medium, non come network - Sorry, Mr Mc Luhan, il mezzo non è il messaggio, non più).

Oh! Dimenticavo i commenti. Si possono commentare i video e si otterrà una lusinghiera - e totalmente inutile - risposta automatica. Un algoritmo settato su una serie di parole estrarrà a roulette una delle risposte automatiche in un gioco di keyword-matching che ben poco ha dell'interattività.

Blah Girls non è 2.0
In questo si vede che il prodotto è stato pensato ad Hollywood e non in Silicon Valley (una zucca vestita da carrozza, nulla contro le zucche, ma che cosa succede a mezzanotte?)

Decisamente 1.0 e, in un mondo web che sta passando dal due al tre, essere ancora al passo numero uno non è un gran segno.

Perché critico Blah Girs?
  • La risposta ai commenti è fake quanto il decolleté di Pam Handerson (Hollywood style)
  • L'interattività lo è altrettanto (e di interattiva o illusione di interattività vi parlerò in un prossimo post) - Qui è chiaro che l'interattività non esiste, perché a rispondere è un bot.
  • Il contenuto è 1.0 perché il web 2.0 è, per definizione, "User Generated Content" : contenuto generato in modo spontaneo dalla massa degli utilizzatori. Una conversazione many-to-many o few-to-few che dir si voglia, "ineditata" (non editata, non corretta), diversa dalla produzione "studiata" (progettata e realizzata in studio da professionisti)
  • Non esiste una comunità. E non protestate, dicendo che gli utenti possono iscriversi e commentare, perché, per definire qualsiasi entità una "community", è necessario che, nel caso in cui un membro del gruppo smetta di partecipare, gli altri membri ne sentano la mancanza e vadano a cercarlo, ovunque si sia spostato (Adam Fields). Parleremo più a lungo di questo, quando avrò il tempo di postare qualche riga sul significato di "Community" e portare qualche esempio web. Nel caso di Blah Girls, è chiaro che il centro della questione non sono gli utenti ma il contenuto tout court, prodotto da una squadra editoriale che - seppur ottima - è rimasta al vecchio modello della comunicazione one-to-many (certo, non è il solo caso, online)
Un'opinione generale su Blah Girls
Apprezzo il prodotto, visiterò il sito, quando avrò tempo, lo seguirò, come si segue Striscia la Notizia con divertimento e distacco. Ne sarò intrattenuta, non ne sarò parte.

Mi stupisce, da un punto di vista formale, che Blah Girls abbia avuto spazio sul palco di TechCrunch 50, perché non ha nulla di innovativo a parte il fatto - questo si' sconvolgente - che Hollywood si sia accorta dell'esistenza della Cenerentola Silicon Valley - e del suo potenziale.

Silicon Valley ammaliata da Hollywood
Il Geek-World, lusingato dall'attenzione inattesa, è stato magnanimo con la collina più famosa d'America. Hollywood, un pò Anastasia, un pò Genoveffa, ha cercato goffa, di infilarsi in una scarpetta di cristallo che ha di magico molto più di quanto, in passato, si potesse pensare.

Ribadisco che il prodotto è ok; ROI e lungo termine saranno meno sensazionali rispetto a quelli di Facebook o MySpace e mi duole dire che nulla di nuovo è stato portato sotto il sole.
Back tra quelache mese per vedere se le tre Blah Ladies (soprav)viveranno felici e contente.

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