venerdì 27 giugno 2008

Amo, Odio, Penso, Credo, Sento, Spero Twistori

Amo, Odio, Penso, Credo, Sento, Spero...
Quante delle nostre frasi iniziano cosi'? E quanto di noi raccontano, quanti progetti, quanti sogni, quante verità racchiudono?
Parole scritte e spesso dimenticate, messaggi in una bottiglia lanciati e poi...

Amy Hoy e Thomas Fuchs hanno deciso di raccogliere questi messaggi, di radunarli e lasciar loro raccontare una storia.



Sfondo nero e sei colori, Twistori usa Summize per pescare da Twitter tutti i messaggi contenenti sei parole chiave: i love, i hate, i think, i believe, i feel, i wish.
Idea semplicissima e un risultato fantastico.

Il design incornicia, valorizza, illumina, fa ascoltare.
Il quotidiano si eleva a poesia o forse semplicemente si svela, diventa teatrale, ipnotico ed emoziona.

giovedì 26 giugno 2008

Summize: Cercare Parole Chiave In Twitter

Vi interessa sapere che cosa si dice di Obama o del terremoto alle Tonga o di un nuovo spettacolo appena uscito?
Sicuramente qualcuno ne sta parlando su Twitter. E' li' che si svolgono ormai le conversazioni più accese, più aggiornate, più globali.

Ma come trovare i post che vi interessano?

Twitter non ha una funzione di ricerca per parole chiave ma c'è Summize.
Che cos'è Summize? È un'applicazione che filtra tutti i tweet postati, per elencare solo quelli rilevanti per voi.



La pagina bianca ricorda molto quella di Google: al centro una barra di ricerca, in fondo una lista dei termini più cercati.

Si inserisce una parola e via: la "Conversational Search" è avviata ed è velocissima, precisa, semplice, funzionale. Addirittura notifica, quando un nuovo messaggio rilevante per la ricerca è postato.

Perfetto davvero Semmize.
E, quando Twitter è down, puo' supplire a tante delle sue funzioni, come in questi giorni: la funzione Reply di Twitter è fuori uso: impossibile accedere ai messaggi pubblici diretti a un utente. Impossibile su Twitter, ma non su Summize: li' basta cercare il proprio username per recuperare tutte le risposte mancate.

E serve anche per le tags.
Tags su Twitter?
Si', gli utenti Twitter si servono del segno #keyword per taggare un discorso, per far riferire un commento ad un certo argomento.
Il PubCamp, per esempio: se cercate #PubCamp in summize, trovate tutti i tweet postati a riguardo.

E' un ottimo modo per filtrare velocemente l'informazione e per scovare utenti interessanti.
Provate.

mercoledì 25 giugno 2008

PubCamp: Una Nonconferenza Sulla Pubblicità Online

Messaggi su Twitter, un gruppo su Facebook, scorribande su Plurk : il buzz per il PubCamp si è fatto sentire. 18 giugno, inizio alle 15. Purtroppo sovrapposto a parte del GoogleDevDay. Quindi: mattina chez Google, pomeriggio chez PubCamp.
Due conferenze diversissime.

Google: perfettamente organizzata, speakers tutti spediti a Sydney da Stanford, brochures, tabelle di orari, tempi, scalette, web pages aggiornatissime, schermi giganti, sushi ad ogni angolo, tesserini stampati. Ne ho già parlato.

PubCamp: una non conferenza, nessuna scaletta definita, improvvisazione quasi totale, cartelli scritti a mano. Ma interessante e coinvolgente quanto la prima.

Il PubCamp
Per rendere giustizia al PubCamp bisogna distinguerlo dai BarCamp. Questi ultimi sono, infatti, veri e propri geek-garages e potrebbero anche chiamarsi BeerCamp, volendo (ehi, io ci vado, li adoro e ho conosciuto li' un sacco di amici, quindi viva i BeerCamp).
Ma al PubCamp - e credo sia il "Pub", ovvero l'orientamento pubblicitario, ad avere influenzato l’andazzo - ho finalmente visto scarpe, borse, donne vestite da donna, capelli curati e un po' di trucco. La cosa è alquanto eccezionale, considerata la poca attenzione al vestire che è comune al popolo del web.
Speakers preparati, gente del mestiere, consulenti per aziende internazionali, abituati a girare il mondo e a risolvere problemi.
Ho avuto la sensazione, a volte, che dicessero cose che sapevo.
Altre, che rispondessero a domande che già mi ero posta.

Un universo che conosco
Positivo, dopo una prima analisi, perché i discorsi fatti non erano assolutamente scontati, le soluzioni elaborate, originali, i collegamenti e gli esempi, casi che un anno fa non conoscevo.
Mi sono sentita a casa, ho sentito di sapere bene di cosa si stava parlando. Ho anticipato conclusioni, approfondito discorsi senza stupirmi troppo: si parlava di un mondo che conosco.
Ne conosco le logiche, i meccanismi, le conseguenze e le regole non scritte.

L'importanza dei contatti: tutto è rilevante per qualcuno
Entrando, ho visto un MacBook pro in una skin verde, sul palco. Lo avevo già visto al Barcamp. Ho saputo immediatamente che Stephen Collins avrebbe parlato, un web strategist, information architect and social networking evangelist di Camberra : « Quali sono le connessioni che contano? Tutte, leggere, importanti, saltuarie, sono tutti vasi, piccoli e grandi che ci pongono in perenne contatto con il mondo, che ci danno un feeling di cio' che accade, che ci possono permettere altre connessioni. Ed in fatto di rilevanza : rilevanza per chi? Web-spazzatura? Ce n'è molta. Ma molto di cio' che si trova nel web è rilevante per qualcuno. Il blog mal scritto e poco aggiornato sarebbe forse da eliminare per noi, che lo vediamo da un punto di vista professionale e lo analizziamo secondo canoni aulici. Ma è importante per i dieci o quindici amici della persona che lo scrive e che vogliono sapere come sta. Le aziende devono sfruttare grandi e piccoli canali, le voci del vicinato e il passaparola spontaneo, perché sono queste le cose a cui la gente crede ».

Accessibilità: SEO e un po' di etica
Tim Noonan: Voice Specialist, Professional Speaker, Auditory UI Designer, Accessibility consultant. Inizia il suo speach dicendo: "Non pensate che non vi stia gurdando negli occhi, è che I'm blind". Un Web specialist non vedente, che bazzica il net da 20 anni, da quando la tecnologia gli ha permesso di leggere da solo la propria posta, di intraprendere storie d'amore, di lavorare, essere in contatto continuo col mondo e sentirsi descrivere cio' che non puo' vedere.
"Io ho la fortuna di lavorare nel web, sono un web designer, non grafico, perché non mi considero qualificato per questo genere di mestiere - lol - ma uditivo. Lavoro per banche e servizi telefonici o vocali via web. Mi impegno ogni giorno per renderli più accessibili a tutti, più immediati, semplici, snelli. E poi navigo. Passo tantissimo tempo in rete. Ho un programma, che costa da solo il doppio del mio computer, che mi legge le pagine web. Beh, io posso dirvi quanta confusione ci sia, tra immagini inutili, links in loop e roba simile, purtroppo non posso dare una scorsa con gli occhi, come fate voi, captare che cosa è informazione e che cosa rumore, distinguere e cliccare solo su cio' che mi interessa. Io sono costretto ad ascoltarmi tutto. Solo una volta ascoltato il numero di immagini, il numero di links, il numero di tabs che ci sono in una pagina e tutti i legami di ipertesto, posso dire se mi interessa o no. E quasta esplorazione richiede un sacco di tempo, perché le pagine sono fatte apposta per confondere informazione utile e pubblicità. E' una strategia, ma paga poco e potrebbe essere sfruttata meglio.

Fregatevene per un attimo di quei quattro sfigati ciechi come me che si ammazzano per leggere un sito internet e pensate alla SEO (search engine optimization), cio’ che permette a programmi avanzati di distinguere i siti ben fatti dai siti spazzatura e piazzarli tra i primi risultati di Google.
Beh, quei programmi avanzati funzionano come il mio per leggere i siti. Leggono link e immagini e tags allo stesso modo. Se un sito è ben fatto, ben strutturato, è più accessibile anche per loro ed è premiato nei risultati di ricerca.
Temete che l’ordine sacrifichi la grafica o la pubblicità?
Na. Richiede più tempo, richiede tags precise, descrizioni per le immagini, URL puliti, ma non sacrifica per nulla la grafica, né la pubblicità.
Non ci siamo ancora ma ci arriveremo.
Arriveremo a fare siti accessibili a tutti.
Ed io sto lavorando per questo".

Toccante e interessante. Decisamente il miglior speaker del PubCamp.
Ci pensate che usa Twitter ?
Ci pensate che ha un telefono che gli legge i menu dei ristoranti ?
Ci pensate a quanto la tecnologia può migliorare una vita ?
Questo ve lo chiedo io.

Quello che lui ha chiesto è di riflettere su tutte quelle persone, sperdute in Africa o chissà dove, non vedenti come lui e che questa tecnologia non la hanno. Ed è difficile che la abbiano anche in futuro, perché sono attori di mercato « poco interessanti ».
Pensate alle vite sprecate nell’isolamento e nel buio.
Qualche cosa si può fare. Proviamo ?

Gli altri temi del PubCamp
A dire il vero non si è parlato tantissimo di pubblicità ma di temi ad essa attinenti, c'è stato un dibattito abbastanza acceso su vecchi e nuovi media. Come possono convivere, chi è più forte, quali hanno più volare. Il discorso è aperto. Che cosa ne dite?
Dove funziona meglio la pubblicità? Chi dice la verità? Chi conta di più? A chi si crede?
Blogger e giornalisti: colleghi, antagonisti o due mestieri completamente diversi?

Finita la serie di conferenze, c’è stato un rinfresco. Il mio amico Nic a vinto un iPod e io un sacco di biglietti da visita. Sviluppatori e social networks CEO che chiedono una tab in PeopleBrowsr. Vedremo, chi lo sa ?

domenica 22 giugno 2008

Adocu : bloggare solo una parola

  • Il tempo a disposizione è sempre meno
  • Semplice è meglio
  • E le stranezze fanno discutere:
Tre verità del web che i creatori di Adocu dovevano aver ben in mente, quando hanno ideato il loro servizio.

Adocu è il più semplice social network in circolazione:
  • I post devono essere di una parola, una sola: niente soggetti, preposizioni, congiunzioni.
  • Il reader è un vero feeds reader: essenziale.
  • Al profilo si possono aggiungere una foto e una breve descrizione di sé, tutto il resto dev'essere espresso in mono-word posts.
  • La grafica è ridotta al minimo.
  • E' difficile e mi piace.


Difficile, perché non è esteticamente accattivante e pone limiti notevoli alla struttura della conversazione.
Mi piace, perché spinge a creare neologismi - per effimeri che siano, nella maggior parte dei casi, perché costringe fare una scelta, perché impone di comunicare solo cio' che davvero è significante.

Lo vedo come un omaggio alla cultura giapponese : "Inutile tagliare un mazzo, quando la bellezza sta in un fiore solo" e come un'elegante forma di protesta contro il rumore.

Internet e il web sono sempre più invasi da spam, trolls, bogus, bla-bla-bla, spazzatura di ogni tipo, perché la rete non ha limiti contro queste cose.
Il fatto di essere libera e di offrire spazio a chiunque è allo stesso tempo la sua più grande forza e la sua più fastidiosa debolezza ed ora che sempre più persone vi hanno accesso, spulciare il contenuto alla ricerca di valore è un lavoro lungo e faticoso.
Digg, GetSatisfaction, Uservoice, SocialMedian lo hanno capito e stanno lavorando per rendere il web più vivibile e l'informazione fruibile. Aducu, in questo caso, aiuta a riflettere.
Quante parole inutili postiamo ogni giorno?
Quanto è cambiato il nostro modo di scrivere, di fare fotografie, di comunicare, da quando tutto è diventato digitale?
L'iper-connessione, l'iper-comunicazione, la gratuità degli spazi sono meraviglie della nostra era ma, come ogni cosa che non ha un prezzo, stanno purtroppo perdendo valore agli occhi della massa degli utilizzatori che, noncuranti, diluiscono e banalizzano il contenuto.
Lo abbiamo fatto tutti.
Avete una macchina fotografica digitale?
Da quanto?
Come è stato usarla i primi tempi?
Facevate foto bellissime?
E ora, meno? Non tutte vengono bene?
Perché?
Peché, quando avete iniziato ad usare il vostro apparecchio digitale probabilmente avevate ancora la mentalità del fotografo da pellicola, abitutato a pensare ogni foto, prima di scattarla. Capace di farne centinaia e di pensarne centinaia.
Poi questa mentalità è cambiata e avete iniziato a pensare - appassionati a parte, forse - che scattarne un po' e scegliere le migliori al computer fosse la tecnica migliore.
E forse lo è, statisticamente, ma quanti scatti a vuoto.
Il web adesso è un po' cosi', come una libreria di foto colma di scatti "provati" e venuti male.
Una quantità immane di dati, informazioni, opinioni da scartare per scovare qualche cosa di significante.
Heads up. Non so quanto successo potrà avere, soprattutto nella ridondante e permalosa cultura occidentale, ma sottolinea allo stesso tempo una tendenza (la micro informazione) ed un rischio molto attuale (il rumore) : è contemporaneamente strumento (forse troppo d'avanguardia per essere capito) e monito (troppo pungente per essere ascoltato). Coraggioso. Bravo Adocu.

martedì 17 giugno 2008

GoogleDeveloperDay - Live.


Vi scrivo dal molo 8 del porto di Sydney : GoogleDeveloperDay.
La location è fantastica, google style, naturalmente.
All’ingresso, una serie di banchi per la registrazione, coloratissimi.
Palloni, cuscini, cubi enormi, loghi, ragazzi in t-shirt vitamina.
Cartellini, biglietti da appendere al collo, Google-Google-Google, sacchetti colmi di documentazione.
Un tavolo di spremute e frutta fresca, melone, anguria, mango, maracuja.


In fondo alla sala d’ingresso, una grande tenda nera, come un sipario e una voce in lontananza.
Oltre la tenda un sala in penombra, sedie incappucciate di blu, un’immagine proiettata sul fondo, un ragazzo sul palco, un intero pubblico in religioso silenzio.
Tom Stocky sta presentando il keynote. Passa in rassegna gli argomenti della giornata e lascia un paio di minuti di pitch ad ogni speaker. Le conferenze sembrano tutte interessanti e « rivoluzionarie ». Si respira sempre un che di rivoluzionario, quando si ha a che fare con Google.
Sul palco si alternano ragazzi magrolini, voci sottili post-adolescenziali, pomi d’Adamo talmente evidenti da far tenerezza, jeans, AllStars consumate e grandiose idee : diplomi di Stanford, il passato in Amazon, ora in Google e poi ?
Dove si va dopo Google ? Perché c’è ancora da crescere. Ed è questo che li accomuna tutti, la palese voglia di crescere.
Brett Slatkin presenta il Google App Engine. Incredibile. I developers intorno a me scalpitano per la voglia di mettere mano al codice. Bisogna aspettare la code.jam di questo pomeriggio.
Lars Rasmussen accenna qualche cosa sul Google Toolkit. Racconta di tempi in cui lavorava alle Google Maps ancora prima che Ajax si chiamasse cosi’.
Per la giornata sono previste sessioni su API, Open Social, Android (amazing cio’ che puo’ fare Android).Tre conferenze interessanti, alle 11AM. Io ho scelto la stanza verde : Google Gadgets: presenta John Hjelmstad. Poi stanza Rossa: Google App Engine.


Davanti a me, una distesa di Pro, Air, Book bianchi e neri : tutti Mac.
Venendo qui, sono passata per King Street. Oggi apriva il primo Apple Store di Sydney e di tutta l’Australia : tre piani di un immenso palazzo completamente…aperto. Una delle facciate dell’immobile è stata sventrata,come uno spaccato. L’Apple store si fonde con la città tramite un’incredibile parete di vetro. Futuristico.
Ad ogni piano, gruppi di commessi in attesa di telecamere e giornalisti. Hanno tutti al collo un cartellino che sembra un iPhone. O forse è un iPhone ?


Una signora bionda siede accanto alla porta. Un po’ diva, un po’ Crudelia Demon.
I giornalisti le fanno domande, lei risponde , scambia biglietti da visita, sorride. Chi è ?


‘Google ci aspetta, passeremo nei prossimi giorni a casa Jobs’. Via verso il mare e verso questo mondo ovattato e sognante.
Sembra di vivere in un perenne stato nascente. Le idee, le nostre, possono cambiare il mondo, passare dal vecchio al nuovo, rinascere.
La presentazione finisce in anticipo : domande sulla possibilità di costruire cross-network e cross-platform applicatons. Prendere una Facebook showcase ed usarla in iGoogle, WordPress e altro.
Ho al collo il mio cartellino. C’é scritto Priscilla Scala, Product Manager, WWBay.
Ne vado fiera.
WWBay è la compagnia australiana per la quale ho iniziato a lavorare a PeopleBrowsr. Dopo sei mesi di prove, davanti ad un caffé, il mio boss mi ha detto che avrei iniziato a lavorare per la compagnia americana : PeopleBrowsr, Inc. Viaggi a San Francisco, product managemet e PR, branding.
Era un mese fa, poco dopo la registrazione a questa conferenza.
Vedere sul mio cartellino ‘WWBay’ mi fa pensare a tutto cio’ che ho imparato in questi mesi, alla passione che ci ho messo, a quanto di mio ho dato. E’ di questo che sono fiera, come dei cinque anni di liceo, prima della maturità, come delle nottate passate a studiare, prima di ottenere il master. Ed ora PeopleBrowsr. Il grande PeopleBrowsr, il passo : ‘laureata’ a PeopleBrowsr Product Manager et cetera et cetera. Non male, ma va bene che sia sul prossimo cartellino.

Firefox 3 - Sarà Record Di Downloads

Mozilla si prepara al lancio di Firefox 3 : il più veloce, il più intelligente, il più snello e versatile dei browser. 'Game-changing', lo definisce Deb Richardson, editor della compagnia.
Attesissimo dalla community e sperimentato da sviluppatori coraggiosi per mesi, sarà scaricabile qui a partire dalle 10 del 17 giugno 2008, orario di San Francisco.
Che nel resto del mondo corrispondono alle...

Firefox fa le cose in grande e si mette alla prova.
Quanti download avverranno nelle prime 24 ore?
Sono previste cifre da record ed al record punta Mozilla.

Il count down è già iniziato, il count up dipende da voi.
Cliccate sul banner per aiutare Mozilla a raggiungere il record mondiale di downloads in 24 ore.


Download Day

Se state testando una beta e volete essere contati per il 24h record, dovete disinstallarla e riscaricare tutto il pacchetto, perché solo i download completi saranno presi in conto.
Buon Firefox.

domenica 15 giugno 2008

Google KO è solo una T-shirt

Ne ho finalmente ottenuta una, ci sono voluti un viaggio a San Francisco del boss e un po’ di spirito di adattamento per la taglia, ma ora è mia : ho una Google KO T-shirt.

Che cos’è una Google KO T-shirt ?
E’ una delle barzellette di quest’anno. Nulla di trascendentale, ma certamente un episodio buffo.

La conferenza - Google I/O :
Google ha organizzato, il 28 e 29 Maggio, una conferenza dal titolo Google I/O : due giorni di laboratori e riunioni per sviluppatori web su Gears, Google Web Toolkit, Google Data APIs, AJAX, JavaScript, Mappe e Social applications.

Ambiente più nerd che geek, decisamente e, più nerd che geek, è stata l’idea per il design delle T-shirts distribuite alla conferenza : un blocco di codice binario che, nelle intenzioni dell’ufficio marketing, avrebbe dovuto compitare il titolo dell’evento, GOOGLE IO.

Un minuscolo errore:
Purtroppo, gli uffici marketing, anche quelli di Google, scarseggiano di menti informatiche.
Le magliette sono state infatti stampate con una minima svista che si è tradotta in un clamoroso errore : la penultima riga in binario è sbagliata. Di poco, ma sbagliata.
Non dice “I” come avrebbe dovuto per comporre il dittongo “IO”, ma “K”, trasformando il messaggio in “GOOGLE KO”.


Questo sarebbe stato il binario esatto:
01000111
01001111
01001111
01000111
01001100
01000101
01001001
01001111

Buffo frizzo del destino per la compagnia più potente del web che, con il lancio di App Engine ha dimostrato di non essere al tappeto per nulla.

E’ l’errore della stagione, per Google, ci si puo’ ridere.

sabato 14 giugno 2008

Seesmic - Il MicroBlogging Diventa Video

Uso Seesmic da circa un mese, da quando ancora era una versione alpha privata e bisognava ottenere un invito per potervi accedere. Mi va di parlarvene un po'.
Che cos'è Seesmic? E' Twitter ma formato video.
Confusi?
Twitter è un servizio di microblogging, ricordate?
Si tratta di raccontare pezzettini della propria vita in 140 caratteri.
Gli amici si 'seguono' a vicenda, ovvero, chiedono al sito di ricevere sotto forma di brevi messaggi i reciproci 'pezzettini'.
Si puo' postare una, due, cento volte al giorno (si' c'è chi posta 100 volte al giorno), e si scoprono dettagli interessanti sulle persone con cui si è in contatto: le piccole cose che normalmente non si 'perde tempo a raccontare'.
Seesmic, dicevo, è esattamente la stessa cosa, ma via video.
La grande diffusione della broadband e delle videocamere da computer, sempre più spesso integrate nello schermo, rendono il videoblogging più pratico e accessibile.
Nel caso di Seesmic si tratta di MicroVideoBlogging.

Blogging: scrivere post su un blog
Microblogging: scrivere brevi post su un blog o simili (sempre più diffuso per il poco tempo a disposizione)
Videoblogging: postare video su un blog
MicroVideoBlogging: postare brevi video su un blog o simili.

E' una forma di comunicazione veloce e molto moderna che permette di dare personalità al contenuto diffuso (mettendoci la faccia, come piace dire a chi è de mestiere) e di andare al sodo, delegando tutta la parte contestuale del discorso al linguaggio fisico.
Considerando quanto la gestualità e la prossemica sono importanti nella comunicazione interpersonale, è facile rendersi conto del potenziale di questa nuova tendenza.
Qui avete uno screen grab della home page di Seesmic:


Si tratta della nuova home page, ormai aperta, non c'è più bisogno di invito per la versione alpha.
Sulla sinistra vedete la lista delle discussioni pubbliche più recenti: topic e risposte e sulla destra gli show e i topic più istituzionali lanciati dal team di Seesmic su temi d'attualità o di costume.
Il team è molto attivo e appassionato, i topic lanciati sono tantissimi e le risposte a qualsiasi spunto o domanda sono davvero immeditate. Ottimo lavoro di tutta la squadra.

La persona al centro della schermata è Loic Le Meur, il più noto blogger francese, non che ex di HEC (la scuola di commercio privata più prestigiosa di Parigi) e imprenditore in diversi campi del Web. Da Settembre 2007 è anche fondatore e CEO di Seesmic e vive in Silicon Valley, vivaio delle più dinamiche start-up.com.
Non si puo' dire che la famiglia Le Meur, partendo per San Francisco, abbia perso i contatti con la Francia: proprio in questi giorni Monsier Seesmic è impegnato con la moglie Géraldine in un tour de force di incontri parigini tra Google France, importanti testate giornalistiche e l'Eliseo con Monsieur le President Sarcozy e Mr Bush.

Monsieur et Madame Le Meur sono anche gli organizzatori della più importante conferenza europea sul tema del web: Le Web 3, che si svolgerà anche quest'anno a Parigi, in dicembre.
Pettegolezzi web a parte - altro che pettegolezzi, vorrei tantissimo andare a quella conferenza - provate Seesmic : è divertente, dinamico, nuovo, poi ditemi che cosa ne pensate. Io sono SHHHE anche li'.

Have fun.


UPDATE: Postare video sul vostro Blog.
Da Seesmic, con un copia-incolla di codice, si puo':

martedì 10 giugno 2008

Plurk Mette Twitter Orizzontale

Twitter è down, steso sempre più spesso, giù, rotto. Gli succede di tutto.
La settimana scorsa il team ha addirittura pubblicamente annunciato di aver perso un server.
Tentativo un po' goffo di totale trasparenza: non l'avevano dimenticato in qualche scantinato, è solo stato fuori uso per un po'.
TechCrunch ha scherzato sulla troppa trasparenza di Twitter in un post molto discusso.
Da apprezzare c'è sicuramente il tentativo di comunicare con gli utenti. Occupati dai problemi tecnici, Biz Stone e il suo team avevano dimenticato di informare la community di cio' che stava succedendo, lasciando milioni di affezionati micorbloggers nell"incertezza.
Una volta compreso l'errore, la scelta è stata per la massima trasparenza e la massima comunicazione. Addirittura troppa.
Certe notizie 'abbiamo perso un server' sparate a bruciapelo rischiano di spaventare gli utenti meno abituati al gergo tecnico.
Parlavamo di Plurk : 'mette Twitter orizzonatale' perché lo mette momentaneamente al tappeto, attirando un sacco di utenti verso di sé, in questo periodo di debolezza e anche perché funziona in modo quasi identico a Twitter, semplicemente la Plurk timeline è orizzontale, si dipana da sinistra a destra invece che dall'alto al basso come quella di Twitter.
Davvero poche le differenze tra i due servizi.
Plurk è un poco più articolato, permettendo all'utente di scegliere un verbo tra thinks, feels, says e altri per iniziare il mini-post e offre un karma, una sorta di punteggio che si guadagna in base ai post aggiunti. Unico vero punto a suo favore forse è la notifica del numero di messaggi non letti. Ma la timeline è scomoda da leggere : vantaggio e svantaggio si compensano.
Niente di eccezionale, credo traspaia che il servizio non mi entusiasma.
Ha avuto fortuna, ne sta avendo, per il momentaneo singhiozzo di Twitter, ma non offre nulla di rivoluzionario e sembra non aver risolto meglio di Twitter i problemi di scalabilità.
Qui una schermata:



Aspetto pareri, spero positivi, per ricredermi.